05/10/2023

Puoi prendere ispirazione da qualunque cosa, basta saper guardare

05 / 10 / 2023

"Innanzitutto, questo è un edificio speciale, in quanto non è legato da nessun dialogo con un luogo urbano né con persone che lo fruiscono nella città, ma si espone diversamente, ovvero attraverso un confronto di pochi secondi con i milioni di viaggiatori che transitano sulla A14 all’anno.
Da qui abbiamo ragionato su un concept design pensato sulla velocità, sul tempo di percezione visiva o meglio pensato sui secondi che passano da quando lo si percepisce, ci si avvicina e lo si supera, quindi sull’intervallo spazio-temporale.

Se ragioniamo invece su come è strutturato, ha tre modalità progettuali, all’esterno ha una pelle molto compatta e un progetto molto visibile e impattante come detto, costituisce certamente un nuovo landmark su cui relazionarsi sull’autostrada in questo denso tratto di edifici noti tra Reggio e Modena tra la Mediopadana e il ponte di Calatrava.

Dove ora siamo è certamente l’Hardware dell’azienda, dove non mi addentro in quanto non ne ho le competenze, ma è molto funzionale. È altrettanto affascinante e bello seguire tutta la filiera automatizzata di packaging.

Gli uffici e lo studio fotografico possono essere il software del building. Come detto visto che la sede non è legata ad un tessuto urbano, chi vi lavora passa la maggior parte della giornata all’interno di questo edificio.
Abbiamo quindi cercato di creare spazi in cui ci si possa sentire bene, dosando alcuni ingredienti essenziali:
un senso di naturalità diffusa, presenza e percezione reale del verde in differenti aree, soluzioni di attenuazione acustica degli ambienti, una illuminazione calda il più vicino allo spettro solare, come crediamo debbano essere i luoghi di lavoro di nuova generazione, oltre che a soluzioni cromatiche per le pareti che possano variare e rendere più ricca la percezione quotidiana dello stare.
L’obiettivo è stato di ottenere un ambiente di lavoro accogliente, favorire la collaborazione e promuove il benessere collettivo in una dimensione domestica.

Mi collego a quanto appena detto da Stefano; quando mi chiamò, ero in un negozio di giocattoli per cercare un regalo per mio figlio. La sua telefonata era per affidarci il ruolo di progettisti per la sua nuova sede.
Un edificio sull’autostrada appunto, una grande sfida e un grande entusiasmo per entrambi.
Oltre alla gratitudine per questa notizia e per rivederci insieme nuovamente per questa nuova sfida, mentre parlavamo la commessa del negozio mi ha appoggiato sul tavolo il sommergibile giallo che avevo ordinato.
Era Yellow Submarine quello dei Beatles, il cui oggetto tra l’altro un po' racconta metaforicamente anche il nostro approccio pop ai progetti. Ovvero che siano comunicati in modo chiaro e cromaticamente riconoscibili.

Mentre Stefano mi parlava mi chiedevo come avrebbe potuto essere un edificio sull’autostrada, sicuramente un oggetto iconico, un landmark, sicuramente mi sarebbe piaciuto che in qualche modo interagisse con il movimento delle auto. Il nostro lavoro in MP Architects è quello di cercare sempre nei nostri progetti di renderli attrattivi e contemporanei per cui questo progetto era sicuramente l’occasione per sperimentare soluzioni innovative.

Quel giocattolo che avevo lì davanti a me in qualche modo mentre parlavamo mi stava influenzando nel sue essere così giallo e vitale, tra l’altro l’edificio sarebbe stato all’80% senza finestre, un monolite orizzontale, per cui l’analogia non era così lontana.

Cè un passaggio in un testo di filosofia che per me è come un faro, afferma: “puoi prendere ispirazione da qualunque cosa, basta saper guardare”. E quando parla “di qualunque cosa”, intende le cose del mondo che ci circondano, un’affermazione bella non solo per un progettista, ma essere ispirati, non vale solo per la creatività, ma vale verso anche il tuo prossimo, un atteggiamento di positività, saper guardare...è come saper ascoltare, la trovo deontologicamente anche teologica come affermazione, di grande auspicio.

Per cui per me il cocktail del concept era già pronto.

A questo punto restava la cosa più complicata, convincere Stefano a mettere metaforicamente un sottomarino sull’autostrada... Certo che messo in questi termini nonostante Stefano sia un intelligente visionario, non potevamo proporla in questo senso. Il resto è cronaca, abbiamo passato diversi mesi, rinchiusi settimanalmente dentro un piccolo box di cantiere, sfidando ogni regola di distanziamento sociale a dare vita e trasformare questa idea in un progetto reale.

Alla fine, questo nuovo edificio che stiamo inaugurando tutti insieme oggi, se lo si guarda dall’autostrada è effettivamente un grande elemento tra le onde gialle. L’effetto voluto fin dall’inizio era che la pensilina gialla così disegnata a zig-zag desse passando un’immagine sempre diversa dell’edifico come se non fosse mai fermo, un frame sempre diverso ogni secondo che lo si guardi.

L'edificio di Holyart alla sera quando la pensilina è illuminata, sembra proprio galleggiare sospeso in aria, come se sfidasse la gravità stessa. È un'immagine che cattura l'immaginazione, intrigante e affascinante allo stesso tempo. Sono molto orgoglioso di questa occasione che ci è stata concessa."